Analisi sociale della spinta turistica a Napoli

Prima di proporre una lettura generale sugli effetti della spinta turistica a Napoli, degli ultimi anni, faccio un preambolo sociologico, in modo da avere dei punti di riferimento teorici e astratti, da utilizzare in questo esercizio di analisi

Le nostre società, un quartiere, una città o una nazione, sono in continua evoluzione ma possiamo analizzarle come un insieme di persone portatrici di una serie di attributi personali: età, sesso, reddito, istruzione, posizione professionale, curriculum professionale, opinione politica o di altro tipo, patrimonio, consumi alimentari, consumi energetici, titolarità di diritti di welfare state, orientamento culturale, atteggiamento psicologico, etc. 

Sugli attributi personali si possono fare anche studi statistici, su un campione rappresentativo o sull’intera popolazione, con diversi strumenti e tecniche di rilevazione dati, sulla persona.

Nel caso vengano considerate nei loro attributi personali, le persone di una data società possono essere fatte rientrare in varie categorie sociali: classe di età, classe di reddito, di istruzione, di professione, di titolarità di diritti personali, di orientamento politico, di impronta ecologica, etc. a seconda dell’attributo personale considerato, che può, cioè, accomunare più persone, in una data società e in un dato periodo di tempo. 

Come seconda opzione possiamo considerare una stessa società, più o meno estesa, anche come un sistema, o insieme di sistemi, più o meno dinamico, di interazione, di relazione tra persone: relazione monetaria/commerciale, relazione di lavoro, relazione sentimentale, relazione parentale, relazione amicale, relazione visiva occasionale, relazione visiva stabile, relazione amicale di vicinato, relazione web, relazione informativa, etc.

Anche sulle relazioni personali si possono fare studi statistici, sul numero e tipo di relazioni di ciascuna persona, misurarne il contenuto specifico, la forza, la bidirezionalità, l’impatto sulla persona, per ciascun individuo.

Ma si ha uno sguardo sistemico, sociologico, sovraindividuale solo quando non guardiamo né agli attributi della singola persona, né alle sue relazioni ma principalmente al sistema complessivo di persone e alle sue caratteristiche complessive. Quando guardiamo al sistema di attributi personali e di relazioni personali nel suo insieme, inteso come vincolo e opportunità, che il sistema sociale stesso presenta alle singole persone che ne fanno parte e anche come sistema di influenza/impatto probabilistico sulle singole persone.

Si procede, in via teorico/riflessiva e di raccolta dati, verso l’analisi sociale, proprio considerando sia gli attributi personali di tutte le persone, sia l’insieme di relazioni di contatto e scambio tra loro, con i vari contenuti in atto tra tutte le persone, in un dato periodo di tempo e in una data area geografica e/o categoriale. 

Il sistema sociale considerato, fatto di individui e relazioni, nel suo insieme, avrà così degli attributi propri: numerosità, reddito complessivo, livello culturale, impronta ecologica, orientamento culturale, etc. ma anche delle relazioni nel suo insieme con altri sistemi sociali: altre città, altri territori, altre organizzazioni o gruppi, etc.

L’analisi di problemi e soluzioni, può passare gradualmente dal micro al macro, diventando più sociologica, economica, politica, di psicologia sociale, di comunicazione pubblica, e non è necessariamente interessata, immediatamente, a ciascun singolo individuo interno o esterno alla società considerata, ma a uno sguardo di insieme, panoramico per l’impatto che il sistema sociale può avere sui singoli, probabilisticamente.

Però, l’analisi, in questa prospettiva più sociale può diventare il punto di partenza per l’azione razionale di soggetti istituzionali della Pubblica Amministrazione, di imprese, partiti e associazioni. 

Proseguendo su questa trasformazione del nostro punto di vista di analisti, da quello sul singolo individuo (o di noi stessi) con i suoi obiettivi di adattamento, immerso in una data società storica, per raggiungere uno sguardo sociale, di insieme, possiamo considerare le nostre società anche come un insieme di nuclei familiari domestici, insiemi parentali, insiemi di imprese, di associazioni, di condomini, di uffici, di scuole, di negozi, di spazi urbani, di istituzioni e enti pubblici, di città, regioni, paesi, tutti sistemi di interazione che esistono su un certo territorio geografico, in un determinato arco di tempo.

In questo caso, nel sistema sociale le persone sono contemporaneamente portatrici individuali di determinate caratteristiche, obiettivi, relazioni ma anche membri o parte di vari gruppi, di sistemi di relazioni interattive, di vario tipo, più o meno stabili o fluidi nel tempo. 

Si configurano nella realtà e nella nostra immaginazione di analisti sociali, non solo singole persone, non solo momenti o loop relazionali ripetuti tra singole persone, ma gruppi o sistemi relazionali stabili e contigui, con regole proprie di sopravvivenza del gruppo stesso, entro cui le singole persone possono o devono trovare il loro adattamento reciproco oppure esprimere, per vari interessi, una loro conflittualità con vari tipi di obiettivi in competizione, per risorse scarse o quantitativamente definite.

Per quanto riguarda poi l’analista sociale o sociologo, possono esserci varie motivazioni, focus, punti di vista, nell’analisi di qualsiasi piccolo o grande sistema sociale.

Per esempio, ci possono essere analisi sociali con una più o meno evidente prospettiva di problem solving collettiva, di categoria o classe, di governance democratica e/o istituzionale, di adattamento e modernizzazione culturale, di strategia personale, di conservazione di beni pubblici, a disposizione di tutti, o per specifici gruppi, categorie o classi di persone. 

Ma ci possono essere anche analisi sociali finalizzate all’accaparramento di risorse, finalizzate alla speculazione, allo sfruttamento di risorse umane, al conflitto imprenditoriale per appropriarsi di risorse naturali terze, etc.

Facciamo adesso, invece, un esercizio di immaginazione sociologica, con l’esempio del turismo a Napoli negli ultimi anni. Senza fare uso di tecniche di raccolta dati e considerando alcune evidenze abbastanza verificabili come osservatori e abitanti della città.

Consideriamo la spinta che i flussi turistici stanno dando e potranno dare in futuro ad alcune parti della città, per esempio al suo commercio, ai servizi turistici, ad alcune specializzazioni professionali, alla qualità della vita in alcune zone, per varie categorie di persone, famiglie e gruppi parentali, imprese, etc.

La città di Napoli vede da diversi anni l’aumento di flussi turistici, da altre parti di Italia e nel mondo, forse stabilmente da circa dieci anni. Questo significa che via via alcuni milioni di persone all’anno comprano un biglietto del treno, di aereo o prendono l’auto, per arrivare in vacanza in città. 

Da diversi anni, con la durata di alcune giornate, questa moltitudine di persone, aggiuntive rispetto alla popolazione residente, acquista dei pernottamenti in alberghi e bed&breakfast, fa pranzo e cena nei bar della città, nei ristoranti e nelle pizzerie napoletane. Prende autobus, treni locali e taxi, per spostarsi a volte tra varie zone, acquista biglietti di musei o servizi turistici, come guide specializzate,e fa shopping nei negozi che trova più interessanti.

Dunque, la città, in maniera crescente, non vive più esclusivamente di flussi finanziari prodotti dai residenti a Napoli, che provengono cioè dai loro redditi, salari, rendite, ma sta acquisendo un flusso di denaro sempre crescente, che proviene da persone di passaggio in città. 

È uno scambio nuovo e aggiuntivo, di vario tipo tra la città, il “sistema sociale Napoli” e altre parti di Italia e del mondo. Detto sociologicamente, Napoli nel suo insieme ha nuove relazioni, in termini di soldi, di commercio, di conoscenza, di pubblicizzazione diretta del suo territorio.

In generale, dal punto di vista dell’impatto di queste nuove relazioni sulla città o parti di esse, questo flusso turistico ha indotto, per esempio, molte famiglie o proprietari a ristrutturare e far fruttare propri appartamenti o attività commerciali, come bed&breakfast, bar, ristoranti, pizzerie, negozi. 

Potrebbe trattarsi di seconde e terze case, precedentemente affittate oppure inutilizzate, e spesso di attività commerciali più tradizionali e già esistenti, che si sono rinnovate. 

È cominciata e prosegue un’evoluzione culturale e economica per alcune categorie di persone e del loro lavoro a Napoli: i proprietari di seconde e terze case e di un certo numero di piccoli imprenditori. Ma anche di guide turistiche, vecchi e nuovi lavoratori della ristorazione e del settore terziario in genere.

Provando a immaginare alcuni dettagli di questa evoluzione culturale e economica, possiamo pensare che membri delle famiglie di queste categorie citate, a volte abbastanza benestanti, altre più popolari, stiano affrontando una prospettiva concreta di mobilità socio culturale e economica. 

Forse una parte di loro, per esempio quelli che avevano posizioni professionali solide, si stanno orientando verso una piccola imprenditoria più dinamica, di successo, in qualche caso, ma comunque si stanno formando a una nuova attività o a nuovi risvolti lavorativi, spinti proprio dal flusso turistico e dalle sue opportunità.

Qualche altro abitante del centro, giovane e meno giovane, magari con posizioni professionali più precarie o non occupato, oppure impegnato precedentemente in attività di cura familiare, avrà trovato l’opportunità di offrire occasionalmente servizi di pulizia, di consegna merci o altro ad alcuni proprietari di bed e breakfast, ad alberghi o negozi. Magari sta valutando le possibilità di mettersi in proprio, di fare formazione e di aggiornarsi, etc.

Alcuni vecchi bar di quartiere, vedendo aumentare il flusso di turisti e gli incassi, hanno valutato di poter rinnovare il proprio bar, facendo lavorare anche piccole aziende di edilizia o liberi professionisti del settore, parenti o amici.

Per quanto riguarda gli appartamenti di proprietà, magari di vecchi genitori che non ci sono più, per qualcuno il turismo sarà diventata l’opportunità di vendere l’appartamento a buon prezzo, e investire in altre attività locali o altrove.

Quando un fenomeno esterno, come il turismo, impatta su un sistema sociale, una città in questo caso, ci sono tanti interessi che si mettono in gioco: interessi maggioritari, interessi minoritari, interessi di soggetti fragili o di soggetti forti.

C’è sicuramente una nuova possibilità per evoluzioni familiari, anche emancipatorie, ci sono opportunità di formazione sul campo, di nuove competenze professionali, relazionali. 

Ma anche possibilità di partecipazione responsabile alla città, in qualità di piccoli imprenditori, alla sua vita sociale ed economica. 

Si configura qualche nuova possibilità di maggiore autodeterminazione per famiglie e gruppi parentali dei ceti popolari, quasi privi storicamente di qualsiasi mezzo di produzione. E invece, adesso, vedono arrivare delle piccole possibilità concrete di crescita economica, professionale, di indipendenza dalle famiglie di origine o comunque di evoluzione in una direzione diversa, da quella precedente all’arrivo del flusso turismo in città.

Prospettive formative personali e familiari, di cambiamento economico, anche pericoli di speculazione per il territorio nel suo insieme, forse, però, molto disarticolate, credo, da una diffusa e capillare proprietà di case e attività commerciali. 

Concludo questo breve esercizio di immaginazione e pensiero sociologico, un po’ metodologico e un po’ applicativo, con la proposta, per il lettore, di un esercizio di memoria personale, del cambiamento sociale visto e vissuto negli anni. 

Pensa alla durata del tempo della tua presenza nel tuo condominio di domicilio: quante cose sono cambiate e hai potuto osservare intorno a te: persone, automobili in strada, composizioni dei nuclei familiari, mode, consumi, abitudini di spesa, atteggiamenti relazionali, tu stesso. 

Quello è un esempio di evoluzione sociale e della sua memoria, dei suoi miglioramenti o meno, da un punto di vista di un sistema sociale micro, il condominio, e locale. 

Tutto questo sta subendo un’accelerazione in alcune zone di Napoli più evidentemente, proprio a causa dei nuovi flussi turistici e sta producendo sicuramente alcuni miglioramenti e alcuni peggioramenti della qualità della vita a Napoli. Soprattutto delle persone coinvolte più direttamente in questi cambiamenti. 

Ma questo andrebbe indagato, eventualmente con alcune ricerche sociali ad hoc, che diano evidenze empiriche più precise e certe, e spunto per nuove soluzioni e miglioramenti sociali.

Contattami per idee e proposte di collaborazione!

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