Quali sono le possibilità di trasformare alcune microimprese in spazi di “coworking selettivo”?
E’ un argomento interessante da diversi punti di vista. Inoltre, quest’idea potrebbe condurre verso una maggiore sostenibilità del lavoro per piccolissimi imprenditori e collaboratori sottopagati.
In alcuni casi, la grande flessibilità di studi professionali e micro aziende in genere si fonda sulla possibilità di giornate lavorative molto lunghe e/o sottopagate, sia per l’imprenditore sia per collaboratori e dipendenti.
Probabilmente, sono queste le leve di azione che consentono a molte microimprese una grande flessibilità in mercati molto dinamici. Questa è una mia opinione personale che andrebbe verficata, in ogni caso, la mia esperienza personale e un po’ di conoscenza del mondo del lavoro mi fanno pensare così.
L’idea che voglio condividere è la possibilità di trasformare alcune micro imprese in spazi di “coworking selettivo”. In altre parole, sono convinto che la micro impresa possa diventare più sostenibile per tutti se i collaboratori dell’imprenditore diventano gradualmente partner. I partner condividono il rischio di impresa ma anche la possibilità di maggiori guadagni, quando si riesce insieme ad acquisire commesse più interessanti. In uno spazio di coworking selettivo i costi della location sono condivisi anche con altri professionisti e lavoratori che non lavorano sulle commesse del gruppo.
In questo modo, la microimpresa potrebbe smettere di essere un’esperienza rischiosa sia per l’imprenditore sia per i collaboratori. Per il primo, il rischio consiste nella possibilità di fallimento societario e anche in qualche giusta causa di lavoro, per i collaboratori invece il rischio consiste contemporaneamente nella trappola di basso guadagno prolungato, di un’esperienza poco professionalizzante e della mancanza di tempo per sviluppare nuove capacità.
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