Fare musica è un’impresa

Dopo la battaglia contro la condivisione della musica, nell’era in cui si scaricavano gli mp3, le case discografiche hanno scoperto che il web è anche una opportunità con spotify e youtube, perché streaming e visualizzazioni portano soldi come veicolo pubblicitario. Questo almeno per i generi musicali più ascoltati.

Nella musica di improvvisazione, il jazz o musica creativa o comunque la vogliate chiamare, in Italia non sembrano esserci grandi novità e fare musica bella è davvero un’impresa. Ci sono tante etichette discografiche, alcune storiche e moltissimi musicisti bravi. Anche un certo numero di festival del jazz ormai.

Nel nostro paese non ho mai sentito parlare di un progetto imprenditoriale che fosse anche una proposta alternativa all’omologazione musicale imperante. In Germania è nata più di 40 anni fa la ECM, alcuni decenni fa Peter Gabriel ha fondato la Real World Records. Questi sono progetti imprenditoriali dall’importante valore culturale e commerciale.

Probabilmente degli imprenditori che volessero pensare a qualcosa di questo tipo, dovrebbero partire da un modello di business diverso, vista l’impossibilità di vendere molti cd e vinili.

Come puro esercizio di riflessione provo ad abbozzare un’idea diversa, sbilanciandomi anche con qualche numero quasi a caso. Con 30.000 euro un gruppo di musicisti affermati probabilmente in due mesi di prove riuscirebbe a mettere su uno spettacolo musicale live, da proporre nei teatri e festival d’Europa e del mondo, invece di produrre subito un disco. Un organizzatore di eventi che riuscisse a vendere lo spettacolo a 10.000 euro in 20 location ne ricaverebbe 200.000 di euro, evitando il rischio legato alla scarsa vendita di cd o allo streaming con pochi numeri in questo genere musicale.

Lo spettacolo live potrebbe essere anche l’occasione per delle ottime registrazioni audio e video, da diffondere eventualmente in rete con un po’ di sponsorizzazione.

Riepilogando, con un modello di questo tipo ci sarebbero buone occasioni per musicisti, agenti, organizzatori e pubblico, dal vivo e sul web. Bisognerebbe provarci.

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