Una tradizione che è parte integrante del web marketing, di estrazione angloamericano, è occuparsi anche di benessere, oltre che di lavoro, di business e flussi finanziari.
In genere, a seconda del marketer-formatore-coach preso in considerazione, più o meno famoso, gli argomenti girano intorno ad alcuni temi centrali, quali: l’autorealizzazione, la definizione di obiettivi personali chiari e misurabili, vari sistemi di organizzazione dellle proprie attività lavorative e di gruppo.
Questi miglioramenti personali e del team, in genere, sono considerati capaci di generare delle buone ricadute anche sistemiche-sociali, per imitazione e per la possibilità che, attraverso queste tecniche, ciascuno possa individuare la propria strada di autorealizzazione.
In poche righe, ho fatto un accenno molto sintetico, spero non troppo, di questa onda culturale, divulgativa della psicologia tipicamente americana degli ultimi decenni, che arriva anche in Italia, soprattutto a partire dalla ampia diffusione di internet prima, e degli smartphone poi, e che si mescola con una particolare filosofia del business, sul web e non solo.
Per formazione io però sono un sociologo, una sorta di intellettuale che ha studiato varie teorie dell’azione sociale, della causalità storica dei mutamenti sociali e individuali. Ho incrociato, durante i miei studi, teorie microsociali dell’azione, teorie macroeconomiche dell’azione delle classi sociali, teorie deterministiche e teorie costruttiviste, teorie di lungo periodo, teorie dell’attore sociale nel contesto urbano, etc.
In ogni teoria c’erano delle prove storiche e di ricerca a loro favore e altre che le falsificavano, almeno parzialmente. In tutti i casi, ho capito che la descrizione dei comportamenti individuali e sociali può essere, molto utilmente, fatta con vari approcci teorici e che i diversi approcci, sono utili perché possono combinarsi e dar luogo a diverse scelte, individuali, organizzative, professionali, politiche.
Insomma, ho coltivato un approccio molto multidisciplinare e multiteorico sia al comportamento delle società sia dell’individuo nei vari contesti. Poi, sono stato anche molto appassionato di letture varie di altro tipo, psicanalisi classica e qualcosa di cultura orientale.
Rimango personalmente, quindi, molto ancorato a una funzione molto articolata e personale del pensare, e anche alla sua importanza per il benessere dell’individuo e delle organizzazioni, tema veramente centrale. Allo stesso tempo apprezzo molto sia la divulgazione sia la schematizzazione, quando non diventi esclusivamente un ricettario di soluzioni standardizzato, un ritornello un pò automatico.
Quindi, per ritornare al tema del benessere, in questo post faccio un’operazione per certi versi ancora più sintetica di quella che fanno i coach-formatori ma per altri versi più aperta e solo preliminare.
Mi limito a fare un elenco di parole-concetti molto semplici e comuni, utili spero per chi voglia pensare il bene-benessere nelle varie sfaccettature , riconoscere se stesso e riconoscere gli altri, attraverso queste parole chiave. Almeno come punto di partenza, mi sembra interessante e importante, quasi come un semplicissimo promemoria di concetti e questioni che rimangono personali e comprensibili, solo facendo i necessari approfondimenti.
Queste sono le parole-concetti che ho considerato utile prendere in considerazione per fare riferimento e pensare al più generale bene-benessere delle persone. L’elenco è abbastanza ampio ma non esaustivo. 🙂
Felice, contento, sereno, entusiasta, vivace, rilassato, riconosciuto, attivo, tranquillo, prospero, gratificato, stimato, soddisfatto, integro, sano, compreso, rispettato, protetto, pieno, realizzato, etc.
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