Ho 54 anni, mi sono laureato in sociologia nel 1997, ho fatto un corso di formazione come animatore dello sviluppo locale (Animatore d’Area), poi ho preso un master in analisi delle politiche pubbliche.
E poi in fondo sono un osservatore curioso della realtà sociale, ho lavorato in varie piccole realtà, in questi anni post laurea e adesso sono dal 2014 un web marketing specialist. Ma anche quando chiacchiero con amici e conoscenti oppure guardo tv e giornali, cerco di intravedere tendenze e processi generali o particolari, nel mondo che mi circonda.
Dunque, a occhio e a memoria vorrei appuntarmi alcune idee. Mi sembra che negli ultimi decenni in italia si possano intravedere chiaramente queste tendenze strutturali, cioè di fondo nel sistema sociale italiano.
Rinascita dello spirito e della pratica economicistica imprenditoriale
Il debito pubblico, la crisi della grande industria pesante pubblica e privata, il taglio della spesa pubblica, dei grandi appalti pubblici, la crisi fiscale della Pubblica Amministrazione, la conseguente precarizzazione del lavoro, dei percorsi di carriera, dei redditi, penso abbiano spinto sempre più persone ad adattarsi e sviluppare migliori capacità di microimpresa e impresa, negli ultimi vent’anni.
Svuotamento dell’impatto della politica e dell’informazione classica
I politici attuali non sembrano avere gruppi di esperti settoriali alle loro spalle, nei partiti o in altre organizzazioni, si occupano molto di comunicazione, in tv, sui giornali, sul web per orientare continuamente il voto a loro favore. Ma quale è l’impatto della politica sull’economia e sulla società dagli anni 80 in poi e negli ultimi anni? Se togliamo un primo periodo con le privatizzazioni, l’ingresso nell’euro, le riforme elettorali, le riforme istituzionali, l’elezione diretta dei sindaci, il taglio della spesa pubblica, recentemente non sembrano esserci effetti sistemici importanti, nel senso di cose che hanno cambiato ulteriormente l’economia, il mondo dell’impresa, della Pubblica Amministrazione, l’ambiente, il lavoro in maniera significativa. E anche l’informazione di telegiornali e giornali principali non sono più un punto di riferimento univoco e importante per i cittadini, in parte sfiduciati e disinteressati, in parte ormai navigatori del web e dei social, per la ricerca delle informazioni ritenute più interessanti.
Diffusione e affermazione di nuove tecniche di politica amministrativa razionale
Dagli anni novanta in poi la Pubblica Amministrazione è molto cambiata al suo interno e un po’ anche all’esterno. Si lavora sempre più su progetti e finanziamenti europei, su direttive europee o ministeriali, con strumenti operativi razionali, fatti di programmi, piani di azione, dati, progetti, pianificazioni di budget e attività, stanziamenti stabili, con tavoli di concertazione, programmazioni partecipate, cronoprogrammi organizzativi, patti territoriali, piani strategici, indicatori di risultato, valutazioni, conferenze dei servizi, etc. Tutto questo ha una sua indipendenza dai vari governi o giunte regionali o giunte comunali che si susseguono, sono sistemi amministrativo-politici che hanno una certa stabilità e credo utilità consolidata, per quello che possono o devono fare.
Tutto questo ha costituito e costituisce recentemente un nuovo ambiente sociale, induce a nuovi comportamenti, ambizioni, modelli di adattamento per persone, famiglie, imprese e associazioni. La questione aperta è però la relazione dinamica e progressiva di tutto ciò sulla qualità della vita delle persone e la qualità ambientale dei territori, sul benessere generale, ma questo è molto più complesso e difficile da capire.
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