In questo breve articolo mi appunto e condivido in rete qualche idea su come è cambiato il nostro rapporto con il video, lo schermo, il monitor e i suoi contenuti: lo spettacolo, l’intrattenimento e l’informazione.
Con una rapida panoramica sulla presenza di monitor nelle nostre case potremmo dire che:
Negli anni 50-60 c’era una televisione e una o più famiglie numerose a guardare insieme uno o due canali con contenuti buoni per tutti.
Negli anni 70 ogni famiglia aveva il suo televisore, a volte due e l’offerta televisiva cominciava a diversificarsi sui pochi canali.
Negli anni 80 la famiglia è meno numerosa e ci sono più televisori in casa, poi si sviluppano le tv private e lo zapping diventa la norma, anche se può dipendere dalla fascia oraria, dall’età dello spettatore e dal tipo di trasmissione. Inoltre, comincia l’era dei videogiochi per i ragazzi che sono connessi proprio a una delle tv di casa.
Insomma, dagli anni 80 in poi la tv comincia a essere un’esperienza sempre più solitaria, anche perché aumentano le famiglie monoparentali e i single, oltre che gli apparecchi in casa.
In tv, da un certo punto in poi si può scegliere tra tanti canali, si possono mettere videocassette e poi dvd e quindi la fruizione di video diventa tendenzialmente più breve e frammentata oppure più di nicchia quando le persone incontrano le trasmissioni che gli interessano molto.
L’industria televisiva ma anche quella cinematografica, che poi arriva in tv, cerca sempre di più di seguire i gusti del pubblico, con una segmentazione di target più attenta e offerta televisiva conseguente.
L’audience a questo punto fa da padrone mentre l’autore televisivo con la sua visione astratta, filosofica, civile, politica, artistica ed estetica perde importanza, a vantaggio di format televisivi già sperimentati altrove e che possono dare risultati abbastanza garantiti, anche agli sponsor pubblicitari.
Dagli anni 50 fino all’era del web, di youtube, dello streaming gratis e a pagamento, si procede con un’offerta di video sempre più targhettizzata.
Ma il web secondo me ormai è imbattibile in termini di varietà, nella possibilità di farti scegliere il menù quotidiano di video che ti interessano.
Il web ti permette di essere anche autore e di decidere comunque i contenuti che vuoi vedere per tipo e durata. Ti permette di scegliere durante la giornata tra diversi dispositivi, computer desktop, tablet e cellulari e adesso anche di guardare il web sulla tv, in quanto dispositivo completamente digitale e compatibile col web.
E allora? E allora forse avremmo bisogno di una proposta culturale (arte, spettacolo, musica, filosofia, cultura politica, cultura economica, cultura organizzativa/aziendale), sicuramente più plurale rispetto a quella degli anni 50 e 60 ma che torni a darci la possibilità di condividere nel tempo libero e sul lavoro un dibattito interpersonale sul nostro paese e sulle nostre città.
Ognuno di noi ormai vede sui vari dispositivi cose completamente diverse, ci componiamo un menù molto personalizzato, a tutte le età, il che è un bene, perché siamo diventati liberi di sceglierci la visione di cosa più ci piace ma questo ha anche l’effetto di disperdere l’elaborazione culturale collettiva di questi contenuti.
L’unica offerta che ci unifica come cittadini italiani, l’unico grande centro di gravità permanente per tutti o quasi, con caratteristiche molto scadenti secondo me, è l’insieme dei telegiornali e l’informazione politica, i telegiornali sono tutti abbastanza uguali e tendenzialmente poveri, in termini di contenuto informativo, di varietà di questioni e punti di vista.
Contattami per idee e proposte di collaborazione!