I rituali sociali e il cambiamento

Uno spettacolare Pat Metheny alle prese con una orchestra acustica automatica programmata (Orchestrion projects). Una grande metafora sociologica, dal mio punto di vista, perché ciascuno di noi vive di rituali stabili nell’interazione sociale quotidiana. I rituali di interazione sociale, quotidiani o quasi, sono la condizione per una certa prevedibilità dei nostri comportamenti e di quelli degli altri.

In pratica, la società stessa nella sua solidità, comprensibilità e prevedibilità vive grazie a dei rituali, a dei comportamenti istituzionalizzati, costanti o quasi, come rispondere buongiorno a un saluto dell’altro, a cose più complesse come le interazioni prevedibili che avvengono in ambito commerciale e di lavoro.

In alcuni casi o periodi della vita, diventiamo come Pat Metheny in questo bellissimo progetto discografico, diventiamo creativi, improvvisiamo di più, o cambiamo i nostri comportamenti. E tutta la società intorno a noi ci appare allora quasi come una orchestra automatica che segue il suo programma senza cambiare ai nostri tentativi di innovazione, priva di quella creatitvità che noi stiamo mettendo in campo forse per le prime volte.

Questo perché i rituali sociali hanno una loro lentezza nel cambiare intorno a noi e non possiamo pretendere che ad ogni nostro cambiamento tutto suoni diversamente, anzi spesso i nostri cambiamenti non sono neanche percepiti da chi ci sta intorno o addirittura dall’intera società di una città, di un paese.

Per questo c’è bisogno che i nostri cambiamenti diventino di medio lungo periodo per dare il tempo agli altri di modificare i loro rituali di interazione, come noi un giorno abbiamo deciso di cambiare i nostri. Ci sono di mezzo emozioni, prevedibilità, adattamenti reciproci, timori del cambiamento, volatilità dei cambiamenti, senso di incertezza, esperimenti personali.

Ma quando abbiamo deciso di cambiare, perché ci è necessario e ne siamo convinti, perché è un miglioramento, perché è più giusto per noi e per gli altri, allora è necessario farlo stabilmente, affinchè la parte di società che ci è intorno, le organizzazioni di cui facciamo parte, nel loro complesso si adattino al nostro cambiamento, lo comprendano, lo interiorizzino, forse nel tempo di alcuni anni, a seconda della complessità della situazione e dei nostri cambiamenti, della loro comunicazione, della loro maturazione e della loro compatibilità col mondo sociale di cui facciamo parte.

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